“A tu per tu”. La rubrica per svelare falsi miti e mezze verità su sospetta infertilità

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“A tu per tu”. La rubrica per svelare falsi miti e mezze verità su sospetta infertilità

PMA e sospetta infertilità? Ecco i consigli della dott.ssa Rampini su come affrontarla

Si desidera un bambino ma, nonostante i numerosi tentativi, la sperata gravidanza non arriva?

Cosa Fare?

Non ci sono dubbi, in caso di Sospetta Infertilità, l’unica cosa da fare è rivolgersi, quanto prima, ad un medico specializzato in Fecondazione Assistita. Senza Esitazioni!

Soprattutto per le donne, è bene tener presente che quando si cerca una gravidanza il fattore tempo è davvero prezioso ed anche 6 mesi di attesa possono essere fatali. Dunque il consiglio è quello di rivolgersi il prima possibile ad uno specialista del campo che, dopo un’accurata anamnesi, deciderà quali esami prescrivere per arrivare ad una diagnosi.

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Quali sono gli esami di base fondamentali per verificare se sia il caso di procedere con un trattamento di PMA? 

Per le donne, tra gli esami più importanti da eseguire vanno segnalati:

  • Lo studio della riserva ovarica.
    • Effettuato mediante esami ormonali eseguiti al 2° o 3° giorno del ciclo – FSH:LH:17BETA ESTADIOLI PROLATTINA.
    • Esame dell’AMH che può essere eseguito in qualsiasi giorno del ciclo.
    • Ecografia transvaginale per la conta dei follicoli antrali
  • Studio della pervieta tubarica mediante radiologia – ISTEROSALPINGOGRAFIA – o ecografia – SONOISTEROSALPINGOGRAFIA.
  • Studio delle infezioni vaginali e cervicali
  • Studio della funzionalità tiroidea

Per gli uomini è fondamentale un buon esame completo del liquido seminale che comprenda:

  • lo studio del numero, motilità e morfologia degli spermatozoi
  • le prove di capacità che rivelano il numero esatto degli spermatozoi efficaci.
  • a seguire si consiglia di effettuare la spermocoltura con la ricerca di eventuali infezioni.

 

Se i risultati sono soddisfacenti si hanno già importanti informazioni sul fattore maschile; se, al contrario emergono delle alterazioni, sarà necessario approfondire con esami più specifici.

Da un primo screening potrà quindi emergere la necessita di accedere ad una tecnica di PMA – procreazione medicalmente assistita – che potrà essere di I o II livello.

Soprattutto nel caso in cui sia necessario ricorrere ad un trattamento di II livello il medico prescriverà ulteriori controlli. In particolare, si faranno delle indagini genetiche su entrambi i partner per andare a verificare: cariotipo e mutazioni per fibrosi cistica.

In più, nelle donne si effettueranno anche studi immunologici e trombofilici.

Chiaramente, la tipologia e il numero di esami sarà personalizzato in base ai pazienti, a seconda delle eventuali alterazioni riscontrate.

Prima di iniziare il procedimento il medico verificherà la possibilità di partire subito con una fecondazione eterologa? oppure, ove possibile, si prova sempre prima con l’omologa?

Generalmente la fecondazione eterologa non viene mai proposta in prima battuta alla coppia, dal momento che si cerca sempre di procedere con i propri gameti. In genere, l’eterologa è un punto di arrivo dopo ripetuti fallimenti legati a vari fattori. Tuttavia, può succedere che già al primo incontro con la coppia in cerca di una gravidanza emerga l’evidenza che le possibilità di avere successo con una fecondazione omologa siano pari a zero, dunque l’eterologa diventa l’unica alternativa.

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Se la gravidanza non arriva rivolgiti subito ad un medico esperto

Gli esami genetici preimpianto vengono effettuati sempre o solo in casi specifici? In caso di eterologa, sono obbligatori? 

L’indagine genetica preimpianto – GDP è necessaria in caso di presenza, nella coppia, di una malattia geneticamente trasmissibile. La GDP porterà allo studio degli embrioni per identificare l’eventuale presenza di quella specifica alterazione ed identificare i cosiddetti “embrioni malati” che non verranno trasferiti in utero.

La diagnosi preimpianto può anche essere utilizzata in assenza di malattie note per studiare l’assetto cromosomico dell’embrione. In questo caso, è consigliata quando sussistono le seguenti condizioni:

età materna avanzata oppure poliabortività, ovvero ripetuti fallimenti in precedenti tentativi di fecondazione in vitro.

In caso di fecondazione eterologa con donazioni di ovociti in genere non è consigliata in quanto le donatrici sono giovani e quindi il rischio di alterazione cromosomiche è basso.

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