Microbiota e PMA

Microbiota nel tratto riproduttivo femminile

Microbiota e PMA

Eubiosi: un equilibrio “vitale”

Il nostro organismo è popolato da un numero elevatissimo di microrganismi (1014 milioni) che creano un equilibrio definito Eubiosi, che è fondamentale per il corretto funzionamento dei nostri sistemi biologici.

Ormai, molti studi, in diversi campi della medicina, hanno dimostrato l’importanza del microbiota nel mantenimento della salute umana.

Il ruolo del Microbiota nella salute riproduttiva

Per quanto riguarda la salute riproduttiva femminile, è noto come una variazione della composizione dei batteri che fisiologicamente popolano il tratto vaginale, possa portare a disfunzioni e vaginosi batteriche. Negli ultimi anni è stata riscontrata la presenza di batteri anche nel tratto superiore dell’apparato riproduttore femminile, precedentemente considerato sterile (Rossella Tomaiuolo, Iolanda Veneruso, Federica Cariati and Valeria D’Argenio, 2020). Tube, utero e ovaie presentano, infatti, una composizione batterica il cui ruolo è ancora oggetto di studio e analisi e che risulta in parte diversa da quella vaginale.

Il microbiota può influenzare l’outcome della PMA?

L’individuazione di un microbiota nel tratto riproduttivo femminile e la sua comprovata importanza nel mantenimento della salute riproduttiva, hanno portato a chiedersi come e se questo fattore possa influenzare i trattamenti di PMA nelle coppie con problemi di sterilità.

Gli studi sulla flora batterica vaginale e la PMA

Diversi studi, dunque, sono stati dedicati all’analisi della flora batterica vaginale di pazienti che si sono sottoposte a cicli di fecondazione assistita. In base ai risultati degli esami le stesse sono state differenziate in gruppi e il loro microbiota è stato poi collegato all’outcome finale del trattamento.

È stato riscontrato che la presenza prevalente di alcune specie batteriche, appartenenti alla famiglia dei Lactobacillus (L. jensenii, L. crispatus), può favorire la riuscita del trattamento[i]. Infatti, grazie alla massiccia produzione di acido lattico, i lattobacilli creano un ambiente vaginale più acido che diminuisce la probabilità di infezioni da parte di altre specie batteriche.

Al contrario, gli studi hanno dimostrato che un microbiota con una percentuale di Lactobacillus inferiore al 97-98% e la prevalenza di altre specie batteriche, come Staphylococcus, Streptococcus, Enterobacteriaceae, e G. Vaginalis, è maggiormente presente nelle pazienti che non sono riuscite a portare a termine con successo il percorso di PMA. Tale risultato potrebbe essere legato a stati infiammatori come l’endometriosi, che provocano un disequilibrio anche a livello della composizione microbiotica vaginale.

Gli studi sul microbiota uterino e la PMA

Data la maggiore complessità nel reperire i campioni, gli studi dedicati all’analisi del ruolo del microbiota uterino in relazione alla PMA, sono ancora pochi. Tuttavia, anche in questo caso  è stato riscontrato come una maggiore presenza di lattobacilli sia più frequentemente associata all’impianto dell’embrione in endometrio[ii] e dunque al successo del trattamento di fecondazione assistita.

Conclusioni

Attualmente le conoscenze legate all’importanza del microbiota nei risultati dei trattamenti di fecondazione assistita sono ancora poche, ma negli ultimi sta crescendo l’attenzione di medici e ricercatori per questo argomento.

È auspicabile che in futuro si arrivi a poter analizzare il profilo del microbiota vaginale o uterino per comprendere agire anche attraverso la somministrazione di eventuali probiotici volti a favorire un miglioramento della composizione batterica vaginale e l’ottenimento di una gravidanza.

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[i] R. Koedooder, M. Singer, S. Schoenmakers et.al, 2019

[ii] Immaculada Moreno, Francisco M Codoñer   et.al, 2016
[i] R. Koedooder, M. Singer, S. Schoenmakers et.al, 2019

[ii] Immaculada Moreno, Francisco M Codoñer   et.al, 2016

Microbiota e PMA
Dott.ssa Maria Rita Rampini

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