“A tu per tu” la Dott.ssa Rampini risponde alle domande sulla PMA

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“A tu per tu” la Dott.ssa Rampini risponde alle domande sulla PMA

La rubrica per svelare falsi miti e mezze verità su PMA – Procreazione Medicalmente Assistita

Date le numerose domande ho deciso di approfondire ulteriormente il tema della PMA

Dottoressa, dopo un trattamento di PMA l’iter della gestazione è uguale a quello di una gravidanza naturale?

In generale, le gravidanze insorte dopo un trattamento di PMA seguono un iter del tutto sovrapponibile a quello delle gravidanze sorte attraverso il concepimento naturale.

Le percentuali

Tuttavia, secondo diversi studi la percentuale di aborto dopo fecondazione assistita è lievemente superiore. Ma è opportuno tener presente che questo dato è strettamente correlato all’età, spesso avanzata, delle donne che si sottopongono a PMA, dunque non è legato alla tecnica di per sé.  Infatti, va ricordato che la maggior parte delle donne arriva ad eseguire una fecondazione in vitro dopo i 35 anni, età in cui fisiologicamente aumenta il tasso di abortività.

Le fasi

Nelle gravidanze ottenute tramite PMA la prima fase è la più delicata, dato che la paziente assume ancora una serie di farmaci utilizzati dal trasferimento embrionale per favorire l’attecchimento dell’embrione. Con il procedere della gravidanza questi medicinali vengono progressivamente scalati, fino ad essere sospesi, secondo le valutazioni del medico. Generalmente, dopo la dodicesima settimana anche le donne che si sono sottoposte a PMA assumono solo gli integratori normalmente usati in gravidanza, a meno che non ci siano problematiche particolari.

Indagini prenatale

Per quanto riguarda le indagini prenatale vengono adottati gli stessi protocolli seguiti per le gravidanze naturali, tenendo sempre conto dell’età materna.

Il Parto

Per il parto, mentre in passato per le gravidanze a seguito di PMA si consigliava il Taglio Cesareo. Oggi la scelta è indifferente, a discrezione della paziente e dell’equipe medica, quindi, le indicazioni per il Taglio Cesareo sono le stesse che si adottano per una gravidanza insorta naturalmente.

Alcune ulteriori considerazioni

Pur affermando che non esistono differenze sostanziali tra gravidanza da PMA e naturale è opportuno fare alcune considerazioni.

Secondo la mia esperienza di oltre 30 anni nel campo, infatti, è fondamentale considerare anche la componente emotiva, che è sempre molto elevata nelle donne che ottengono la gravidanza da fecondazione in vitro. Spesso, infatti, la gravidanza è il coronamento di un sogno perseguito da tempo con ripetuti tentativi e fallimenti. Per questo, l’emotività assume un peso rilevante, che è importante tenere in considerazione nella gestione della gravidanza e del parto.

Inoltre, spesso in caso di PMA, le donne hanno un’età più avanzata rispetto alla media, con possibile aumento di complicazioni come ipertensione o diabete gestazionale.

Quindi, in caso di gravidanze da PMA, è fondamentale monitorare, oltre ai normali parametri gestazionali, anche la componente ansiogena che potrebbe essere più elevata.

Per le pazienti affette da endometriosi è possibile effettuare la PMA?

Il 10% delle donne in età fertile soffre di endometriosi, una patologia cronica caratterizzata dalla presenza del tessuto endometriale in una sede diversa da quella naturale.

Leggi anche: Endometriosi: cambiare stile di vita e abitudini alimentari per alleviare il dolore.

Endometriosi, manifestazione e sintomi:

L’endometriosi è una malattia ormono-dipendente, risente, quindi, dello stimolo ormonale che si verifica durante il ciclo mestruale mensile e regredisce in menopausa o in periodi di assenza di ciclo, amenorrea. La malattia si manifesta con dolori mestruali o nel rapporto sessuale ma a volte, più subdolamente, può essere asintomatica.

È fondamentale diagnosticarla il prima possibile per evitare che si estenda a livello pelvico.

Gli strumenti diagnostici                                                                                                                  

La diagnosi si avvale di:

  • Ecografia
  • Risonanza magnetica
  • Dosaggio di marcatori specifici come il CA125

Endometriosi e fertilità                               

L’endometriosi può essere un ostacolo importante alla fertilità per diversi motivi:

  • può creare un danno anatomico agli organi dell’apparato riproduttivo, come ovaio, tube, utero;
  • le alterazioni immunologiche possono rendere più difficile l’annidamento embrionale
  • potrebbe peggiorare qualità ovocitaria
  • l’infiammazione cronica crea un ambiente sfavorevole a livello pelvico.

Tenendo conto di tutte queste problematiche, è importante consigliare alle pazienti endometriosiche che desiderano un figlio di ricercare il prima possibile la gravidanza.

PMA ed endometriosi

La fecondazione in vitro è possibile e altamente raccomandata, dal momento che consente di ottimizzare i tempi, prima che i danni causati dalla malattia rendano impossibile una gravidanza. Dunque, è fondamentale agire quanto prima.

La stimolazione ovarica necessaria per effettuare un ciclo di fecondazione in vitro, in genere, non comporta problemi per le pazienti endometriosiche. La gravidanza, invece, ha effetti benefici sulla patologia.

Social Freezing

In caso di una donna affetta dalla patologia ma non ancora intenzionata ad intraprendere una gravidanza è consigliabile procedere al congelamento preventivo ovocitario: social freezing, dato che, con il tempo la fertilità potrebbe essere seriamente compromessa dal progredire della malattia.

Per approfondire leggi QUI

In passato, in seguito a trattamenti di PMA molti parti erano gemellari? È ancora così? come si spiega questo fenomeno?

Gravidanze plurigemellari e terapie per sterilità

La prima considerazione da fare è che la maggior parte dei casi di gravidanze plurigemellari, che in passato hanno fatto “notizia”, derivavano da stimolazioni e rapporti mirati durante terapie per sterilità.

Il trasferimento di più embrioni

In particolare, in caso di PMA, si tendeva a trasferire più embrioni per aumentare i tassi di successo del procedimento, che prima erano decisamente inferiori a quelli attuali.

La legge 40

Inoltre, è doveroso ricordare che la legge 40 del 2004 vietava il congelamento embrionale. Per questo, spesso, si trattavano solo 3 ovociti e gli embrioni ottenuti dopo la fecondazione in vitro, venivano poi trasferiti in utero, con il conseguente aumento di gravidanze trigemine tra il 2004 e il 2009.

La sentenza del 2009

Nel 2009 una sentenza della Corte costituzionale ha riportato la donna al centro della metodica e, permettendo al medico di agire nel miglior interesse della paziente, si è potuto ritornare a trattare più ovociti senza la necessità di fare il transfer di tutti gli embrioni ottenuti.

La Dott.ssa Rampini approfondisce il tema della Fecondazione Assistita
Date le numerose domande, la Dott.ssa Rampini approfondisce il tema della Fecondazione Assistita

L’evoluzione delle tecniche

Oggi la tendenza è quella di procedere gradualmente con il transfer del singolo embrione. Infatti, scienza e tecnologia hanno fatto enormi progressi e così è possibile realizzare il trasferimento di un singolo embrione al suo quinto giorno di “vita” – stadio di blastocisti – con ottimi risultati. Anche perché, se è vero che la blastocisti potrebbe dividersi in due embrioni perfettamente uguali, gemelli identici, è altrettanto vero che questo evento si verifica molto raramente.

Per approfondire leggi QUI

La crioconservazione degli embrioni

Inoltre, le avanzate tecniche di congelamento embrionario permettono di crioconservare gli embrioni sovrannumerari senza alterarne la qualità, consentendo così un transfer differito degli embrioni stessi in caso di fallimento del primo tentativo, oppure per una seconda gravidanza, senza dover sottoporre la paziente ad un’altra stimolazione ormonale finalizzata ad un nuovo prelievo ovocitario.

Conclusioni

Per concludere mi sento di affermare che ormai le gravidanze multiple, a seguito di PMA, sono assai rare, anche perché, essendo gravate da un maggior tasso di complicazioni, si tende ad evitarle.

 

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