Sindrome dell’ovaio policistico: ecco di cosa si tratta

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Sindrome dell’ovaio policistico: ecco di cosa si tratta

Si parla molto di sindrome dell’ovaio policistico, ma di cosa si tratta esattamente?

Ovaio policistico: cos’è?

L’ovaio policistico è uno dei più comuni disordini endocrini della donna. Si caratterizza per la presenza di numerosi follicoli di piccole dimensione – micro-cisti – non attivi, a livello della superficie esterna (corticale) dell’ovaio. Tale condizione si evidenzia in modo semplice con una ecografia, meglio se transvaginale, attraverso cui le ovaie mostrano il loro aspetto caratteristico. La diagnosi di ovaio policistico interviene quando il numero di follicoli è pari o superiore ad 8 per ovaio in situazione di riposo, ovvero in assenza di ciclo.

Le cause dell’ovaio policistico

Le cause dell’ovaio policistico vanno ricercate principalmente in una predisposizione genetica, che si ritrova spesso tra madre e figlia oppure tra sorelle. Alcune etnie ne sono più frequentemente interessate.

La differenza e la diagnosi

Avere un ovaio di aspetto policistico non equivale ad avere una malattia. Infatti, nella maggior parte dei casi non comporta alcun problema. Piuttosto, è importante distinguere la sindrome dell’ovaio policistico dal semplice ovaio di aspetto policistico. Perché, nel caso della sindrome, si vengono a creare alterazioni ormonali di diversa importanza, accompagnate spesso anche da disturbi del metabolismo glucidico.

La sindrome dell’ovaio policistico

La Sindrome dell’ovaio policistico colpisce circa il 5-10% delle donne ed inizia in periodo prepuberale. Le cause sono multifattoriali, possono essere sia genetiche che ambientali, tuttavia attualmente l’eziologia della patologia non è ancora del tutto chiara ed è oggetto di studio.

I sintomi

I sintomi più frequenti sono dati dall’irregolarità mestruale, con cicli spesso più lunghi, anche di 35-40 giorni; fino ad arrivare a lunghi periodi di amenorrea (assenza di ciclo). L’aumento degli androgeni in circolo, dovuto alla disfunzione ormonale, può comportare un aumento della peluria (irsutismo), nonché acne e/o alopecia (capelli radi e grassi).

Spesso le pazienti affette dalla sindrome dell’ovaio policistico presentano un aumento di peso, a volte anche eccessivo, con grandi difficoltà a perderlo. Questo è dovuto all’aumento, in circolo, dell’insulina, l’ormone che permette alle cellule di utilizzare gli zuccheri. L’insulino-resistenza e quindi l’iperinsulinismo comporta un aumento del senso di fame e, di conseguenza, del peso. Inoltre, l’insulina in eccesso stimola le ovaie a produrre più androgeni peggiorando così tutti i sintomi della malattia.

La sindrome dell’ovaio policistico e la fertilità

Molto spesso queste pazienti hanno una notevole difficolta ad andare incontro ad una gravidanza spontanea e sono più frequentemente affette da sterilità proprio perché gli squilibri ormonali impediscono loro una corretta ovulazione.

Anche se non frequentemente la Sindrome dell’ovaio policistico può predisporre le donne a patologie più gravi come:

  • Diabete di tipo 2
  • Ipertensione
  • Ipercolesterolemia

Inoltre, le potrebbe esporre ad

  • Aumento delle malattie cardiovascolari (legati ai disturbi precedenti)
  • Maggiore rischio di diabete gestazionale (durante la gravidanza.)

Come curare la sindrome dell’ovaio policistico?

Sicuramente è di fondamentale importanza diagnosticare la presenza di tale patologia il prima possibile, così da poter intervenire tempestivamente con cambiamenti sostanziali nello stile di vita, come l’adozione di una dieta ipocalorica, povera di zuccheri semplici, combinata all’esercizio aerobico.

Successivamente le singole alterazioni potranno essere curate con terapie farmacologiche specifiche, a secondo della loro comparsa e dell’età della paziente.

L’infertilità, come affrontarla

Particolare attenzione merita il discorso sull’infertilità. Molto spesso troviamo pazienti infertili che si rivolgono ai centri per il trattamento dell’infertilità. Tale condizione è legata al disturbo ovulatorio dovuto agli squilibri ormonali. In più, quando si ricorre alla fecondazione in vitro, si può riscontrare anche una scarsa qualità a livello ovocitario. Per ottemperare a ciò, queste pazienti dovranno prima di tutto riequilibrare il peso, che già di per sé comporterà un miglioramento nell’ovulazione. Oggi esistono diversi integratori che possono agevolare questo miglioramento. Tuttavia, spesso la soluzione più efficace è quella di intraprendere un percorso di stimolazione ovarica con farmaci specifici. Chiaramente, in tal caso, occorre la massima attenzione, nello specifico è essenziale la guida di un medico esperto in riproduzione assistita per evitare di andare incontro alla Sindrome dell’iperstimolazione dell’ovaio (eccessiva risposta), che in queste circostanze rappresenta un rischio molto concreto.

I consigli

Quindi, i consigli principali per le donne che soffrono di sindrome dell’ovaio policistico sono: massima e costante attenzione al peso. A tal proposito si suggerisce l’adozione di diete specifiche, come la Chetogenica che si è rivelata davvero molto utile in questi casi. La pratica costante di un’attività sportiva aerobica.

Infine, va ricordato che l’efficiente collaborazione tra un ginecologo esperto in fecondazione assistita e un nutrizionista è la ricetta migliore per coronare il desiderio di maternità delle pazienti affette da questa malattia e per migliorare decisamente la loro qualità della vita.

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