Vitamina D? Oltre al sole c’è di più. Ecco i cibi in cui trovarla.

Vitamina D ecco i cibi in cui trovarla

Vitamina D? Oltre al sole c’è di più. Ecco i cibi in cui trovarla.

Vitamina D alleata del benessere

La vitamina D è indispensabile al benessere dell’organismo, dal momento che, oltre a regolare la concentrazione di calcio nel sangue, è fondamentale per mantenere il buono stato di salute delle ossa; stimolare la produzione di anticorpi e di macrofagi; inibire l’infiammazione cellulare; prevenire le malattie autoimmuni, come: artrite reumatoide e diabete di tipo 1. Inoltre, recenti studi hanno associato la carenza di questa vitamina ad un maggior rischio di Alzheimer, di Parkinson e di depressione negli anziani.

Le fonti: oltre al sole c’è di più

Chiaramente, è risaputo che il sole è la principale fonte di vitamina D, nella misura in cui, pur esistendone ben 5 tipologie, per il nostro organismo sono importanti soprattutto la D3: il colecalciferolo, che viene sintetizzata a livello cutaneo; seguita dalla D2: l’ergocalciferolo. Tuttavia, il sole non è l’unica fonte, perché la Vitamina D è assimilabile anche attraverso l’alimentazione.

Gli alimenti ricchi di Vitamina D

Tra gli alimenti, la migliore fonte di questo prezioso nutriente è, senza dubbio, l’olio di fegato di merluzzo ma anche il pesce grasso come salmone e sgombro ne sono ricchi. E, poiché l’apporto dipende dalla quantità consumata, è bene ricordare che la vitamina D è presente anche in uova, carni, pesce, verdure verdi, in generale latticini e funghi.

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Vitamina D e alimentazione

Una vitamina da attivare

Tuttavia, tale molecola non è biologicamente attiva e, una volta assimilata, deve essere attivata dall’organismo. Nello specifico, si tratta di una vitamina liposolubile, che viene immagazzinata nel fegato e rilasciata a piccole dosi attraverso diversi processi metabolici di lipossidazione. In altre parole, dopo essere stata accumulata nell’organismo, la vitamina D deve legarsi a delle molecole di grasso per svolgere le sue funzioni benefiche. Quindi, è opportuno tener presente l’importanza di assumere con l’alimentazione anche le corrette quantità di grassi buoni, indispensabili per l’assorbimento di questa e altre vitali sostanze, come il calcio.

Il sole

Inoltre, per quanto riguarda l’esposizione al sole, come ho precisato in un post, non occorre diventare delle lucertole, ma bastano 10 o 15 minuti di esposizione al solo con viso, mani e braccia scoperte per assimilarne le necessarie quantità.

Le quantità

Ma, in effetti, quanta vitamina D serve? Le dosi necessarie non sono standard, ma variano con l’età e con le specifiche esigenze dei singoli. In generale, negli adulti, la quantità necessaria media è di 20 e i 30 ng, con picchi fino ai 50 ng in persone che sono affette da diabete di tipo 2, obese e in terapia per l’osteoporosi.

Alimenti arricchiti ed integratori

In caso di carenze, si può ricorrere, da una parte agli alimenti arricchiti con vitamina D, come il latte; dall’altra, agli integratori che, ovviamente, è opportuno assumere sempre sotto il controllo del proprio medico, che sarà in grado di prescrivere il prodotto idoneo in base alle specifiche necessità.

Vitamina D e fertilità femminile

Da recenti studi è emersa una correlazione tra Vitamina D e fertilità. Infatti, nel 20 – 50% delle donne con problemi di infertilità in età fertile è stata riscontrata una carenza di questa vitamina.

…fertilità maschile

Per quanto riguarda gli uomini, secondo alcune ricerche è emerso che una carenza di vitamina D possa ridurre il numero di spermatozoi ed anche influenzarne negativamente morfologia e motilità. Inoltre, a testimonianza dell’importanza di questa vitamina per la fertilità contribuiscono anche altri studi che hanno evidenziato un maggior numero di concepimenti durante i mesi estivi, quando i livelli di vitamina D sono sicuramente più alti grazie alla maggiore esposizione ai raggi solari.

Vitamina D e fecondazione assistita

Per quanto il rapporto tra PMA e vitamina D, è emerso che l’integrazione di tale vitamina nelle donne che si sottopongono a trattamenti di fecondazione assistita ne aumenta le percentuali di successo. Questi risultati si spiegano all’azione positiva che tale vitamina esercita sull’endometrio, svolgendo da una parte un’azione antinfiammatoria e dall’altra favorendo l’impianto dell’embrione.
Gli studi sono ancora in una fase iniziale ma considerando i benefici che apporta la vitamina D all’intero organismo, ritengo consigliabile alle donne che cercano una gravidanza, spontanea o tramite fecondazione assistita, di monitorarne per tempo i livelli e, se necessario, provvedere ad un’integrazione, sempre seguendo i consigli del proprio medico per riportarla ai livelli fisiologici.

Lo stile di vita è sempre una variante imprescindibile

Per concludere, voglio ricordare che alcuni comportamenti sono fatali per determinare una carenza di vitamina D. Oltre che una prolungata mancanza di esposizione al sole, anche l’abuso di alcol e sostanze stupefacenti.

 

Per approfondire il discorso sulla vitamina D leggi anche QUI

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